“Visitare luoghi è certo importante, ma ho conosciuto più posti del mondo ascoltando musiche che non viaggiando davvero.” Peter Gabriel
“La musica è spesso l’arte del viaggiare restando fermi.” Brian Eno

Fermiamoci ad ascoltare le storie di viaggi che la musica ci racconta ogni giorno.

 

Copertina album “Basin Street Blues” di Louis Armstrong

“Won’t you come along with me
Down that Missisipi
We’ll take a boat to the land of dreams
Come along with me on, down to New Orleans”

Spencer Williams, compositore di musica jazz, scrive questi versi negli anni 20, esattamente nel 1926. Compongono la prima strofa di “Basin Blues Street”, canzone resa celebre nel 1928 in una registrazione di Louis Armstrong.

“Now the band’s there to greet us
Old friends will meet us
Where all the prous and elite folks meet
Heaven on heart… They call it Basin Street”

Basin Street è la strada principale del quartiere di Storyville, a New Orleans. Storyville ha rappresentato la culla dei grandi musicisti della prima generazione del jazz, da Jelly Roll Morton (che si autodefiniva il padre del jazz) a Sidney Bechet (considerato ancora oggi uno dei più grandi clarinettisti e forse il primo sassofonista jazz degno di nota) fino ad arrivare a Loius Armstrong, trombettista conosciuto a livello mondiale, cresciuto proprio nella cittadina di New Orleans.

In questo piccolo quartiere il jazz era diventato il pane quotidiano, si suonava nei pub, nei bar, per strada e nei negozi, nelle sale da ballo e ai cabaret.

“I’m tellin’ ya, Basin Street, is the street
Where the best folks always meet
New Orleans, land of dreams
You’ll never know how nice it seems
Or just how much it really means”

Basin Street

Storyville nasce effettivamente come “quartiere a luci rosse”. Nel 1890, infatti, la città di New Orleans studiò la legalizzazione del controllo della prostituzione che era stata messa in atto in Germania ed in Olanda. Decise di adottare lo stesso metodo e di racchiudere la prostituzione in un solo distretto della città, così da poterla meglio controllare e regolamentare.

Divenne così in poco tempo la capitale del vizio di tutti gli Stati Uniti e le sue strade divennero presto un autentico paradiso per prostitute e malviventi. Furono pubblicati in quegli anni i “blue books”, che guidavano i visitatori del quartiere nella descrizione delle case, dei servizi che venivano offerti, dei prezzi. Storyville era stata costruita in modo tale che tutti potessero affluirvi: si partiva da stabilimenti più semplici e meno costosi fino ad arrivare ad una lunga schiera di palazzi signorili nella via principale, Basin Street.

“They’ll be huggin’, and kissin’
That’s what I been missin’
And all that music, lord, if you just listen
New Orleans, I got them Basin Street blues”

Edifici Iberville

Storyville fu chiusa a seguito dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, nel 1917, considerato “cattiva influenza”. Non servirono a nulla le obiezioni avanzate dal Governo della città di New Orleans ma rimase nella storia la frase del sindaco Martin Behrman che disse «you can make prostitution illegal, but you can’t make it unpopular» (puoi rendere la prostituzione illegale, ma non puoi renderla impopolare). Da questo momento tutti i musicisti jazz rimasti disoccupati cominciarono a girare il mondo e a far conoscere la loro musica dove ancora era sconosciuta. Per questo motivo si dice che Storyville sia stato il centro propulsore del ritmo jazz.

Nel corso degli anni 30 una buona parte degli stabilimenti sono stati demoliti per progetti di edilizia abitativa dell’ impresa Iberville. Sono proprio questi edifici che vediamo oggi passeggiando per ‘l’antica strada dei vizi’ e, per gli appassionati di jazz, è ancora facile percepire la forza e il ritmo swing di questo genere musicale nato e cresciuto tra le vie di quel piccolo distretto di cui ora rimangono solo le foto, le testimonianze e l’omaggio di Louis Armstrong.

“Now aint’ you glad you went with me
On down that Mississipi
We took a boat to the land of dreams
Heaven on earth. They call it Basin Street”