Da qualche anno si è ritirato con la sua famiglia in un posto incantato della Valdambra, tra gli olivi e i vigneti di Poggio Cennina dove ha un Resort da sogno. Il calcio, come ci racconta lui stesso, lo guarda solamente in Tv e lo commenta sui canali televisivi di Sky. E non vorrebbe niente di più di quanto ha in questo angolo di Toscana: lo spettacolo di tramonti rossissimi e di albe senza eguali da godere con sua moglie Federica e le loro due deliziose bambine.

Stiamo parlando di Paolo Rossi, il campione del Mondo 1982, ancora oggi l’unico ad essere riuscito nell’impresa di avere segnato in una sola partita tre reti contro il grande Brasile. Chiacchierando cerchiamo di capire come mai, mentre tutto il mondo del pallone ne subisce continuamente il fascino, lui resista alla seduzione del golf.

“Resisto perché non ho preso ancora in seria considerazione questo sport e per me resta così un mondo da esplorare. Ma ho provato, sebbene una sola volta 33 anni fa, al Golf di Perugia. Fu Sandro ad avvicinarmici, un veterano nel settore, voleva farmi diventare un campione e sono subito scappato, avevo già troppi impegni in campo e con gli allenamenti, ero ancora in attività, ma vedremo in futuro”.

Non ha ceduto nemmeno a Bagnaia alla Pro Am benefica, dove ha presenziato, organizzata dalla Fondazione Vialli e Mauro?

“Il golf ogni tanto si ripresenta a bussare alla mia porta, ma la passione sportiva non é ancora scattata. Di offerte e inviti me ne arrivano a centinaia, anzi, ho avuto addirittura delle proposte per aprire un campo da golf, o per ricoprire la carica di presidente, o semplicemente fare rappresentanza”.

Se fosse uno dei Paperoni big del golf, a chi farebbe una mega donazione?

“Focalizzerei la mia attenzione sui bambini. Anche se la Fondazione di Vialli e Mauro fa cose meritevoli di lode: da molti anni lotta contro la Sla. Per questa ragione, al di là della mia amicizia con Gianluca e Massimo, sono andato volentieri a Bagnaia, tra l’altro un posto bellissimo…”.

Basandosi su quanto già conosce di se stesso, giocasse a golf cosa le darebbe più fastidio tra vento e pioggia?

“Sicuramente il vento, che odio, mentre sopporto la pioggia, troppe volte ho giocato con le goccioline che mi cadevano sulla testa”.

Quando giocava a calcio aveva delle superstizioni, che magari porterebbe anche sul campo da golf?

“Solo una. Quando entravo in campo lo facevo con il piede destro. Non credo possibile mantenerla nel gioco del golf. Però potrei cadere in qualcosa d’altro”.

I ristoranti delle club house hanno sovente degli chef molto validi. Ne rammenta uno dove si é trovato bene?

“Penso alla cucina del Royal Golf  La Bagnaia nei dintorni di Siena dove ho pranzato e cenato benissimo, proprio perché é uno degli ultimi golf club dove sono stato. Però ‘gioco in casa’, da buon toscano i miei sapori, sebbene rivisitati, mi conquistano facilmente”.

E lei ha doppia dimestichezza con i sapori toscani. È nato in questa terra e nel suo Resort Poggio Cennina, a Bucine in provincia di Arezzo, ha un angolo dove propone quanto produce.

“Era impossibile fare diversamente. Il Resort, di cui fanno parte case e ville d’epoca, domina la Val D’Ambra con 40 ettari di bosco ad alto fusto, un lago di 5000 metri quadrati ed una proprietà di 85 ettari di terreno biologico coltivati a vigneti ed uliveto. Per questo lo definisco, una sorta di Eden, ideale per tutti coloro che hanno necessità di riprendere contatto con se stessi stando in mezzo alla natura. Inoltre, ha una posizione strategica rispetto alle maggiori città d’arte toscane, quindi una vacanza si arricchisce di cultura facendo pochi chilometri”.

Paolo Rossi da grande calciatore ad illuminato contadino, dunque. Ci racconti qualcosa di più di questa ‘inedita’ veste di produttore, dell’azienda agricola che, ho letto, gestisce insieme a Luigi Pelaggi.

“La terra mi ha sempre dato molta soddisfazione e diventare produttore é stato naturale, ma anche la coltivazione biologica é stata la scelta vincente. Comunque, riguardo al nostro vino, il gusto intenso e speziato delle selezionate uve Sangiovese viene aiutato, non solo da un anno di maturazione in botti di rovere e da altri sei mesi in bottiglia nelle cantine di Rocca Delle Macie, ma anche dall’antico territorio di sabbie argillose plioceniche in cui si trovano i vigneti.

Riguardo invece al nostro olio extra vergine di oliva Borgaccio, ha senso aggiungere che le olive vengono raccolte esclusivamente a mano e spremute in giornata a freddo. E nel gusto a crudo si sente, eccome! Invito i buongustai a venirci a trovare per degustare questi prodotti e coglierne le differenze”.

Considerato il suo passato, ci incuriosisce, infine, sapere se condivide qualcosa di sportivo con sua moglie Federica.

“Abbiamo provato ad andare in bicicletta insieme, ma lei non regge i miei ritmi, quando ci ha provato è svenuta. Quindi andiamo a fare lunghe passeggiate o da noi in campagna, o in montagna. E poi ci piace portare Maria Vittoria e Sofia Elena in piscina, o guardare la pallacanestro in televisione.

Spero che le mie bimbe diventino delle sportive, le seguirei come un allenatore attento e premuroso perché ritengo lo sport molto importante per la crescita psicofisica. Nel frattempo, mi tengo in forma andando in bicicletta nelle mie verdi e ridenti campagne…”.