Anche i più grandi registi della storia internazionale hanno subito critiche feroci, vuoi da addetti ai lavori, vuoi dal pubblico, tra gli altri ricordiamo Woody Allen con Irritational Man del 2015, o Federico Fellini con La Dolce Vita del 1960 che, alla prima, pare essere stato accolto da molti fischi. Lo stesso Il grido di Michelangelo Antonioni del 1957 all’inizio fu poco apprezzato, sebbene oggi sia considerato tra i suoi film migliori.

Al di là che il botteghino possa premiare o deludere, ci sono molti aneddoti curiosi tra le frasi degli addetti ai lavori, e, mentre alcune critiche ci trovano d’accordo,  altre sono la riprova che anche giornalisti di testate importanti prendono abbagli. Come non ricordare infatti che il magazine The Atlantic, ha bollato Via col Vento, il colossal diretto da Victor Fleming nel 1939, come un film dai dialoghi scritti decisamente male? Al di là dell’innegabile successo che lo relega tra i maggiori campione d’incassi nella storia del cinema, frasi quali “Troverò un modo per riconquistarlo, dopotutto domani è un altro giorno!”, o “Francamente me ne infischio” (tradotto dall’originale, Frankly my dear, I don’t give a damn), restano immortali, nel lessico di ogni generazione.

Invece, di Fight Club, un film del 1999 diretto da David Finche con Brad Pitt ed Edward Norton, un giornalista del Chicago Sun Times disse, “Quando vedo due bravi attori in un progetto come questo, mi chiedo se non abbiano firmato il contratto come alternativa per andare a fare torrentismo”.

Su Come Eravamo, film del 1973 per la regia di Sydney Pollack, un giornalista di Esquire scrisse addirittura, “Se la signora Streisand entrasse in collisione con un autocarro, quest’ultimo finirebbe capovolto per sempre”. E il film, non solo ebbe sei nomination, tra cui anche quella all’attrice in questione, ma vinse due Oscar.

Sul New York Times, oltre a scrivere che i contenuti del secondo capitolo del Padrino del 1974 diretto da Francis Ford Coppola e interpretato da Al Pacino, sono piuttosto deboli, hanno anche bollato i dialoghi in modo impietoso, “Paiono essere didascalie prese dalle vignette dei fumetti”.

Altrettanto storica è diventata la battuta sul film L’Impero Colpisce Ancora del 1980 diretto da Irvin Kershner – sequel di Guerre Stellari -. Un giornalista del New York Times lo definì, “Tanto personale quanto un biglietto di auguri natalizi spedito da una banca ai suoi dipendenti”.

Ed anche al grande Stanley Kubrick con il suo 2001 Odissea nello Spazio, film del 1968 acclamato come capolavoro, arrivò la voce contraria del Washington Post che lo stroncò con un, “Pretenzioso, tremendamente lento, recitato in modo amatoriale e, soprattutto, sbagliato”, come certo non è stato contento Ridley Scott che sul Matinè Magazine riguardo al suo Il Gladiatore, all’indomani della prima, lesse testualmente, “Pareva che il regista si fosse impegnato a fare il peggiore film della storia”.

Ma chiudiamo con il pluripremiato – Star Wars, episodio IV – una nuova Speranza – , del 1977 di George Lucas, poi rivisto nella nuova trilogia, film che vinse addirittura sei Oscar con un incasso di quasi 800 milioni di dollari. E con la infelice battuta del giornalista John Simon sul New York Post, “Eccitante come le previsioni del tempo dell’anno passato”. Abbiamo ragione di temere che, da allora, il giornalista non possa vedere un Meteo senza ripensarci.