Ho avuto modo di conoscere Antonella Ruggiero a Dogliani nell’ambito del Grinzane Festival, un luogo già magico di per sé, ma dove con la sua voce unica cantando inediti brani tratti da musiche sacre ha regalato ai presenti un pieno di energia e di quella ritualità che richiama ai mantra indiani a lei tanto cari. Si è raccontata senza problemi aprendosi ai nostri microfoni dopo un concerto molto partecipato. Una favola che ha tenuto a mente da quando era bambina. «Ce ne sono state tante, ma forse Cenerentola perché mi piace l’idea di chi fa sacrifici, ma viene ripagato dalla vita». Cosa voleva fare da bambina? «Volevo fare la pittrice e mi vedevo vivere alla bohemienne, in una grande mansarda sui tetti. Credevo di potermi isolare e invece il mio destino ha scelto di farmi fare una vita a contatto con la gente». Sa disegnare? «Certamente, ho anche fatto una scuola grafica, inerente al disegno, proprio per questa ragione. Solo grazie ai viaggi fatti ho poi capito che la mia storia era legata alla musica».

C’è qualcosa in lei che la disturba a tal punto da indisporla? «Oggi non più. Ho lottato contro un leggero pessimismo di fondo che mi portava a pensare che il mondo fosse un disastro. In realtà non sono stata molto lontana, ma questa visione può essere cambiata e ci si può creare una propria dimensione all’interno della quale vivere con serenità. Questo fa parte del mio lavoro su me stessa e ho capito che è stato fondamentale la capacità di andarmi a cercare le cose inclini alla mia sensibilità e ai miei desideri».  La ricerca di se stessa ha coinciso con le scelte professionali? «Assolutamente sì, altrimenti sarei stata travolta dal turbinio che il mio lavoro comporta. Aggiungo che non sono approdata ad un punto fermo: la mia ricerca durerà tutta la vita».

Ha una paura? «Quella di perdere la voce. Quelle più grandi cerco di gestirle ed è come un rinnovato miracolo riuscirci». Fa qualche sport? «No, non sono assolutamente una sportiva, né lo sono mai stata. Ho provato da ragazzina, ma non mi interessa». Ha mai fatto una stravaganza nella sua vita? «Più di una, ma la prima che mi viene in mente è quella fatta diversi anni fa. Ero a Milano la sera del 31 e all’ultimo ho deciso di volere trascorrere il “capodanno” sotto il muro berlinese e ci sono riuscita. A mezzanotte ero là sotto un “bombardamento” di fuochi d’artificio del quale conservo un filmato». C’è un luogo in cui si è sentita felice e al quale ritorna con il pensiero? «Sì, ma sono diversi e credo che in assoluto il principale sia quello dove sto adesso. Abito nella campagna brianzola immersa tra le piante, senza inquinamento di nessun genere, nemmeno acustico. Vivo in un paesino antico, dove è possibile tornare indietro nel tempo. La mia dimensione ideale è quella che mi mette a contatto con la natura».

Ha un’altra occupazione oltre al suo lavoro? «Amo soprattutto viaggiare e leggere. A proposito della lettura devo dire che i personaggi inventati dagli autori diventano come amici per me. Attraverso la lettura ho il mondo in mano». Ha un motto? «Non ti curare di loro, ma guarda e passa, che significa anche andare avanti con i propri progetti senza fermarsi a seguire quello che vorrebbero gli altri per te». C’è una persona vivente della quale ha molta stima? «Mio marito Roberto, senza dubbio. A lui dò piena fiducia». Le persone più importanti del suo passato? «Sicuramente i miei genitori perché mi hanno permesso di essere quella che sono. Entrambi hanno capito l’importanza che per me ha sempre avuto la libertà e mi hanno lasciato scegliere e seguire le mie aspirazioni. In pratica hanno avuto molto rispetto».

Mari o monti? «Preferisco i monti». Stella o luna? «Non so scegliere: diciamo una luna con la stellina». Un animale che sente appartenerle, anche se non ce l’ha? «L’aquila perché vola, è libera e padrona del suo territorio in maniera assoluta». Le piacerebbe rivivere una vita come uomo? «Non ho mai avuto questa curiosità. Dentro di me c’è sia un lato maschile che quello femminile. Sono una femmina, ma so caricarmi di scelte anche forti, solitamente tipiche degli uomini. So, in pratica di avere anche caratteristiche più riconducibili al maschio, soprattutto per realizzare i miei progetti». Ha un sogno? «No, tendo a pensare solo a cose fattibili e realizzabili. Obiettivi decisamente concreti». Un progetto che sta portando avanti? «I miei progetti sono sempre legati a due cose. Uno, a stare tranquilli nella vita in famiglia. Due, alla creatività che è sempre in continuo sviluppo e che mi fa credere di potere portare la mia musica nel mondo. E poi chissà che un giorno non mi metta a dipingere seriamente…….».