Laura Pausini partita dal piccolo paesino ravennate Solarolo in Emilia Romagna è oramai a tutti gli effetti una cantante di fama mondiale. Inutile quanto noioso raccontare il suo palmares, quello che risulta meno scontato dire su di lei è che, nonostante il grande successo, Laura è rimasta una persona sensibile ed attaccata alle radici. Forse anche per questa ragione ricordiamo bene quella volta che l’abbiamo intervistata chiacchierando proprio di viaggi. Dove vive abitualmente si trova bene? ” Vivo a Milano. Conosco molte città, in Italia e nel mondo, definite più belle ed interessanti, ma io mi trovo bene qui”. Torna spesso dove è nata? “Spessissimo perché la mia famiglia vive ancora lì. Nel corso degli anni si sono trasferiti a Castelbolognese dove abbiamo costruito anche il nostro Studio di registrazione”.

La Romagna ha un’alta tradizione culinaria. Lei sa cucinare? “Viaggiando molto ogni tanto mi testo con culture diverse, ad esempio, con i piatti giapponesi, ma sono negata. Comunque, non mi posso lamentare della mia cucina, perché, alla fine in casa mia è quella più richiesta tra gli amici”. Viaggiava anche da piccola? “Mio padre e mia madre facevano lavori poco compatibili per cui abbiamo fatto pochissime vacanze insieme, ma ho un ricordo molto vivo di un viaggio fatto in Austria dove abbiamo addirittura dormito in auto e a Vienna abbiamo trascorso un pomeriggio fantastico”.

Patisce qualche mezzo? “No, per fortuna. Se avessi paura e patissi non viaggerei. Ho avuto dei piccoli incidenti aerei, ma niente di grave. Una volta, però, ho vissuto un momento di panico. In partenza per Amsterdam il mio aereo non è riuscito ad azionare i flop e siamo planati su Milano con il fiato sospeso. Nel mese successivo ho viaggiato tutta l’Europa in auto per farmi passare la paura di volare che mi era venuta”. Le sue canzoni parlano sovente di lontananza. Come mai? “È vero, parlo spesso di distanza forse perché sono canzoni autobiografiche. Racconto di quello che i miei occhi vedono e di cosa provo”.

C’è un libro che le ha fatto amare un luogo? “Garcia Marquez è lo scrittore che amo di più e che mi ha fatto amare molto la Colombia. Anche le storie di Isabel Allende mi piacciono di più da quando ho visitato il Cile. Rispetto all’Italia, mi è piaciuto La Menullara, una storia interessante e coinvolgente che si svolge nel sud d’Italia”. Un viaggio e un luogo che ricorda su tutti e perché? “La prima volta che sono atterrata a Rio de Janeiro mi sono sentita particolarmente emozionata. È un luogo speciale per me e pur non sapendo spiegare perché, è una città nella quale mi sembra di avere già vissuto. Parlo portoghese senza averlo studiato e trovo nella loro musica e nei loro valori molto conforto e tranquillità”.

Quando gira il mondo predilige le comodità o si adatta? ” Non mia fatto facilmente. Cerco di organizzarmi in modo che ogni viaggio sia comodo e so che arriverò da qualche parte  che, anche se per poco, dovrà diventare la mia casa”. Qual è l’acquisto più curioso che ha fatto? “Una canoa che ho trovato in un mercatino in Sudamerica. L’ho trasformata in una libreria”. Cosa non deve mai mancare nella sua valigia quando fa un viaggio? ” Ci deve essere tutto e anche un po’ di più, non parto mai soltanto con una valigia e torno spesso con una valigia in più”.  Quale tipo di vacanza preferisce e perché? “Maldive, silenzio, mare, caldo, privacy, nessun tipo di animazione. Perché è tutto quello che non ho durante l’anno”.