Scoperto dagli europei ‘solo’ nel 1606 dal navigatore olandese Willem Janszoon, il continente australiano, venne annesso all’impero britannico dopo il 1770 con l’arrivo del leggendario capitano inglese James Cook.

La straordinaria lontananza di questi territori dall’Inghilterra favorì, inizialmente, la realizzazione di diverse colonie penali ove deportare i malviventi più pericolosi, successivamente le opportunità offerte da questa nuova frontiera richiamarono coloni e commercianti che stabilendosi sulle coste diedero vita alle comunità che oggi popolano l’Australia.

Il primo insediamento realizzato da gente libera fu Adelaide, nel South Australia.

Oggi Adelaide è una raffinata città colta ed elegante, la vita scorre tranquilla, e, pur essendo l’Australia il secondo paese al mondo con il più alto tasso di proprietari di automobili, le sue larghe strade non sono mai eccessivamente trafficate ed il milione e centossessantamila residenti godono nel loro quotidiano della qualità della vita che offre questa città realmente a misura d’uomo con i suoi servizi funzionanti e gli ampi spazi di verde pubblico.

Anche il golf rientra tra i ‘plus’ che Adelaide sa offrire ai suoi abitanti, gli australiani lo amano ed intorno al centro vi sono diversi percorsi, adatti a tutte le tasche e di ottima qualità.

Abbiamo scelto di giocare in uno dei campi storici, quello del The Royal Adelaide Golf Club un circolo di grande tradizione fondato nel 1892 e che fino ad oggi ha ospitato 9 edizioni dell’Australian Open.

Situato a poco più di venti minuti a sud del cuore della città, in direzione dell’Oceano, il Royal Adelaide G.C. è perfettamente armonico con l’ambiente che lo circonda. L’ampia e confortevole club house ad un piano è circondata da un’ariosa terrazza affacciata sul bellissimo percorso inaugurato nel lontano 1906 ma costantemente riammodernato negli anni.

Un links di diciotto buche par 72, (37 le prime nove 35 le seconde) di 6559 metri piuttosto impegnativo, dove l’assenza totale di ostacoli d’acqua, vi sono uno stagno alla 8 ed un fosso alla 14 spesso asciutto, viene ampiamente ripagata dai profondi bunker e dal disegno dei fairway che spesso si restringono dando spazio alle dune di sabbia e ad un rough naturali, stupendi dal punto di vista paesaggistico ma, tutt’altro che benevoli con chi gioca a golf.

Il manto erboso, nonostante le temperature che possono diventare piuttosto alte nell’estate dicembrina locale, è soffice e ben mantenuto. I green sono spesso circondati da una natura selvaggia e dato il loro disegno irregolare richiedono colpi precisi per essere raggiunti.

La brezza oceanica e le piante ad alto fusto presenti su alcune buche concorrono a rendere più divertente il gioco, mentre è particolarmente curiosa la presenza di una linea ferroviaria che divide 5 buche e campo pratica dal resto del percorso e richiede particolare attenzione al tee della buca 14 quando, prima di giocare il drive per attraversarla, è meglio accertarsi che nessun treno sia in arrivo.

Lasciata la bella Adelaide, siamo risaliti verso il nord del continente, seguendo la rotta dei primi esploratori attraverso le rotaie del Ghan il mitico treno che attraversando il paese in tutta la sua lunghezza da nord a sud collega Adelaide a Darwin.

La storia del Ghan è tanto recente quanto affascinante, i lavori di costruzione della ferrovia ebbero inizio nel 1878 e si sono conclusi con il tratto da Alice Springs a Darwin completato nel 2003. Il treno fa servizio due volte la settimana percorrendo 2979 chilometri tra Adelaide e Darwin e viceversa, attraversando la grande porzione di deserto che divide le due città facendo sosta ad Alice Springs e Katherine.

Un viaggio di 48 ore nel cuore dell’Australia ammirando paesaggi tra i più selvaggi ed incantevoli del mondo, dal rosso intenso delle Mac Donnel Ranges alla montagna sacra agli aborigeni di Uluru. Il nome del treno Ghan è un omaggio alle genti ed agli animali che dall’Afghanistan resero possibile l’esplorazione del deserto centrale australiano.

Verso la fine del XIX° secolo dopo svariati tentativi andati a vuoto con conseguenti perdite di uomini e di cavalli a causa delle altissime temperature, venne deciso di assoldare esperti cammellieri afgani che con i loro animali riuscirono a condurre a termine la missione di completare l’esplorazione dei territori desertici, ancora oggi nel deserto australiano si aggirano liberi i discendenti di quei cammelli liberati al termine della missione esplorativa e la carne di cammello, strano ma vero, viene proposta tra la selvaggina nei ristoranti locali.

Raggiunto il Northern Territory ad Alice Springs realizziamo il nostro desiderio digiocare a golf nel cuore dell’Australia. Siamo nel bel mezzo del deserto rosso e ad accoglierci è l’Alice Springs Golf Club con un bel percorso 18 buche, ondulato e divertente, par 72 di 6196 metri. Come negli altri circoli visitati precedentemente la club house è sobria ed accogliente, il personale cordiale e disponibile ed i soci dispensano con facilità sorrisi di benvenuto.

A causa delle temperature piuttosto calde durante il giorno abbiamo scelto di giocare in un orario pomeridiano e nello straordinario rosso panorama che ci circonda il verde di green e fairway sembra quasi finto ed i colori, sotto i raggi del sole che tramonta, esplodono in forti tonalità amplificate dalla limpidezza della secca aria del deserto.

Alla buca otto, per noi, un incontro eccezionale, i canguri che vivono nella zona con l’arrivo del fresco diventano attivi e si aggirano saltellando lungo tutto il campo brucando tranquilli e aggiungendo ulteriore emozione a questo campo che ci ha subito entusiasmato.

Fuori dai fairway dove il rough è più selvaggio non c’è segno di calpestio o di ricerca di palle malgiocate e ci complimentiamo con i nostri compagni di gioco locali per il rispetto della natura, dopo una fragorosa risata ci viene spiegato che tra questi arbusti potrebbe rintanarsi il King Brown uno dei serpenti più velenosi d’Australia, fortunatamente è timido e scappa in caso di rumore o pericolo, ciononostante i golfisti locali preferiscono evitare di fronteggiarlo ed accettano di buon grado di giocare una seconda palla quando la loro finisce nel rough alto… meglio perdere una palla che qualcosa di più prezioso.

Nei giorni successivi visitando Alice Springs scopriamo le belle tele ed i tessuti realizzati con la particolare tecnica di pittura punteggiata degli artisti aborigeni e ci addentriamo nel deserto per visitare una delle meraviglie naturali del pianeta, la rossa montagna sacra di Uluru, il gigantesco tempio aborigeno realizzato dalla natura milioni di anni fa che richiama ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo.