I protagonistI: il lago e le montagne

L’esperienza di uno dei magnifici e numerosi laghi carinziani, nell’Austria più vicina al confine italiano passando per il Friuli Venezia Giulia, è un’emozione a diretto contatto con la natura, dove il paesaggio, l’ambiente circostante, lo stile di vita degli abitanti, il cibo, l’atmosfera quieta e felice che pervade ogni cosa riescono a rendere il soggiorno memorabile. In ogni stagione dell’anno, e ogni volta diversa.

Ho visitato il Millstätter See lo scorso settembre – devo ammetterlo, con una guida privilegiata. Qualche giorno insieme, questa ragazza mora dall’aspetto franco ed io, è bastato per proiettarmi in quel ritmo unico, che non è lento eppure definitivamente rilassante, che evochiamo ogniqualvolta pensiamo all’Austria.

Questa comunità, che comprende otto villaggi disseminati intorno al lago, monti alti fino a duemila metri e una varietà di panorami pressoché infinita, non è soltanto l’area che vive intorno al secondo specchio d’acqua più grande della Carinzia. L’invaso placido che prende nome dal pittoresco promontorio del borgo di Millstatt, per questa gente, è un vivo protagonista del territorio. D’inverno mitiga il clima, d’estate è teatro di svago e via di comunicazione. Tutto, qui, ruota intorno al lago. È il figlio prediletto della famiglia, segna forte l’identità locale. È amato, tutelato nelle sue caratteristiche biologiche, vissuto dentro e sopra l’acqua.

Il granato, gioiello geologico

Mi ha insegnato questo, Michaela, in quei tre giorni. Senza dirmelo, me l’ha mostrato. Naturalmente. E dunque è questa la lezione più importante da imparare, per un italiano che desideri visitare il luogo. Avvicinarsi al lago, viverlo, lasciarsi toccare il corpo e lo spirito, guardarlo la sera, dal versante abitato, con le sue rare luci e lo specchio celeste riflesso, nel silenzio, in armonia, è una specie di cura, dotata di una certa sacralità. Per chi è sensibile al fascino della natura, beninteso.

Ripercorrendo quelle sponde, si capisce subito perché la chiamano la perla della Carinzia: il Millstätter See – a proposito, la traduzione letterale è lago (see, in tedesco) di Millstatt – appare incastonato fra i dolci rilievi del Parco Nazionale dei Monti Nockberge, e la visuale è semplicemente incantevole. Lungo una dozzina di chilometri, largo meno di due, uno sviluppo quasi perfetto sull’asse est-ovest.

Presenta sul litorale settentrionale tre degli otto villaggi che compongono l’area: la porta ad occidente è Seeboden, segue il centrale e panoramico promontorio di Millstatt, mentre all’estremo orientale si trova Döbriach. Alle spalle di questi, si ergono per oltre millecinquecento metri le cime montuose che conducono in breve tempo in pieno ambiente alpino, con pendenze assai ripide ma mai aspre. Di fronte, invece, dolci colli boscosi meno elevati restituiscono alla vista un versante completamente selvaggio, che nasconde gli altri paesi: a ovest Spittal, il centro più vivace e destinazione ferroviaria del lago, poco più in là Baldramsdorf e verso nord Lendorf; collocati decisamente a sudest sono Fendorf e Fresach.

In slittino verso il Millstätter See

Bisogna immaginare questi centri come ridenti mete di villeggiatura per signori, fin dai tempi antichi. Dotati di strutture ricettive di alto livello, disseminate di ville asburgiche ancora ben conservate, in un contesto ambientale da cartolina. La tradizione termale qui è consolidata, e allora bisogna anche cercare di immaginare il fridigario naturale dell’Hotel Koller’s di Seeboden – uno su tutti – dotato di una spa aperta anche d’inverno, con sauna e trattamenti interni e una piscina di lago che è un piccolo gioiello di design (l’acqua, ci dicono, si mantiene fra i +2°C e i +4°C).

Ma il Millstätter See non è soltanto lago. Le montagne, qui, sono importanti protagoniste. Dentro e fuori. Gli innumerevoli sentieri della stagione estiva si trasformano in piste per sci e ciaspole, mentre la roccia conserva sempre quell’aura preziosa che ha fatto di questa zona la patria del granato, il minerale rosso scuro in cristalli che da tradizione antica fu estratto in abbondanza da queste gole per prendere la celebre via commerciale della Boemia.

I monti Nockberge ne sono pieni, e il museo Granatium di Radenthein – aperto sul sito della cava dismessa – è un ottimo esempio di interpretazione e comunicazione delle attività di scavo, delle caratteristiche mineralogiche della pietra, degli esempi della sua diffusione e delle tipologie rinvenute nel mondo; al termine del curato percorso di visita, non si può mancare l’occasione di impugnare l’apposito martelletto da minatore e cercare il proprio cristallo sulle pareti esterne della roccia, da estrarre seguendo le istruzioni del personale e portare a casa come gemma della Carinzia.

S’è detto dell’ambiente, della tranquillità del luogo, del lago e dei monti. Ma gli spunti di visita sono infiniti: l’ente turistico della regione, nel suo ufficio di rappresentanza a Seeboden, è il punto di partenza di qualunque viaggio, e la sua speciale porta a cascata scorrevole di vera acqua di lago, che si apre al passaggio per lasciarci entrare e ricomincia a scrosciare dopo averci accolti, è l’autentico emblema in grado di evocare l’emozione di un soggiorno al Millstätter See.

Foto: ARCHIVIO MILLSTAETTER SEE TOURISMUS GMBH. www.steve.haider.com