In partenza per Hong Kong nella Repubblica Popolare Cinese, seppure in una regione amministrativa speciale. Nonostante l’idea di superficie richiami alla mente grattacieli e modernissimi contesti urbani, quel che troveremo sarà innanzitutto una penisola, attorniata – naturalmente – dal mare e da un complesso arcipelago, che comprende altre isole, e territori attaccati alla terraferma.

Nonostante proverbialmente sia il sole il compagno di viaggio più gradito, tuttavia l’abituale pioggia normale tra maggio e giugno (siamo appena a sud del Tropico del Cancro), può essere un elemento interessante per osservare la natura nel suo rigoglio massimo. E, comunque, con i frequenti viaggi in traghetto che ci aspettano per raggiungere le isole periferiche del territorio, alla convivenza con l’acqua sarà bene abituarsi subito.

Se invece si vuole programmare con calma un viaggio per conoscere la verde Hong Kong – ebbene sì, oltre ai grattacieli e agli ambienti metropolitani, si trova una buona scelta outdoor – la stagione ideale è il tardo autunno: nel prossimo mese di novembre 2011, in particolare, si terrà uno degli eventi più importanti organizzati quest’anno, denominato appunto “Great Outdoors Hong Kong!”, che promette un tempo perfetto per gli amanti della natura. Sono consigliate specialmente le escursioni di trekking, che offrono viste mozzafiato dalle diverse prospettive garantite dai picchi delle isole e dei cosiddetti Nuovi Territori. Per chi ama il genere, un indirizzo utile può essere inoltre l’Hong Kong National Geopark.

Ma procediamo con ordine. La regione si estende su oltre millecento chilometri quadrati, ed almeno il 70% di questi comprende aree rurali, con panorami molto vari che spaziano dalle montagne rocciose ai paesaggi costieri, da formazioni geologiche di alta suggestione a isole e vedute marine. Un ambiente bello, che promette serenità e va scoperto passo passo.

Per chi ama le atmosfere esotiche, l’indirizzo giusto come detto è l’Hong Kong National Geopark. Inaugurato nel 2009, in una superficie di cinquanta chilometri quadrati comprende la regione vulcanica di Sai Kung e la zona delle rocce sedimentarie dei Nuovi Territori del Nordest. Qui, in particolare, è garantita una vera e propria lezione di geologia a cielo aperto: un’area di tremila ettari racchiude la più completa stratigrafia locale, a partire da testimonianze di arenaria di era devoniana risalenti a circa quattrocento milioni di anni fa fino a siltiti del Paleogene vecchie di cinquantacinque milioni di anni. Formazioni particolari, colori e modelli unici, quali, a titolo di esempio, il Double Haven, il Bluff Head di Port Island – parte del patrimonio dell’umanità Unesco del Danxia cinese – ma anche l’antichissimo Tolo Channel e l’isola di Tung Ping Chau.

Cambiando completamente genere, non si può andare a Hong Kong per la natura senza aver previsto una tappa nelle zone umide della regione. Si tratta dell’ecosistema tipico di questo ambiente subtropicale, e merita di certo l’avventura di una visita, sia per la varietà dei panorami sia per la ricca avifauna che qui trova riparo e habitat ideale.

A due passi dalla metropoli, comunque, l’Hong Kong Wetland Park è una struttura di costruzione artificiale che rende l’ecoturismo adatto a tutti: una sorta di centro di interpretazione dell’ambiente, che di certo non farà la gioia dei naturalisti ma si propone di avvicinare alle aree verdi il grande pubblico di anziani e famiglie, poco adatto – in effetti – ad addentrarsi fra paludi e anfibi. Chi invece si sente pronto per la natura vera deve dirigersi subito nelle Mai Po Wetlands, inserite nella Convenzione di Ramsar, che promettono oasi ideali per il birdwatching e grandi ambienti umidi, che si sviluppano soprattutto nell’area a nord-ovest dei Nuovi Territori: sono più di trecento le specie di uccelli migratori osservabili qui.

Se deciderete, dunque, di affrontare la regione di Hong Kong con gli scarponcini, sono da raccomandare alcuni itinerari: il Dragon’s Back è stato indicato dalla rivista “Time” come la migliore escursione urbana dell’Asia, siccome si tratta di un facile percorso di due ore e mezza che conduce in passaggi elevati con vista aerea mozzafiato sui vari luoghi come Shek O, Stanley, Tai Long Wan e Tai Tam; l’isoletta di Peng Chau, larga appena un chilometro quadrato, dove trovare serenità, fattorie e le atmosfere quiete della semplicità tradizionale; i grandi camminatori, invece, non possono perdere il sentiero MacLehose, lungo un centinaio di chilometri, che è l’itinerario escursionistico più significativo della regione, attraversa diversi ambienti e propone interessanti tappe per differenti difficoltà tecniche; ancora, l’isola di Lamma, la più europea degli ambienti dell’area, che presenta oltre ai panorami naturali anche alcune delle architetture tipiche cinesi; a due passi dalla città, non può mancare la passeggiata ad anello con vista sul grande porto di Victoria Harbour, la facile e panoramica Peak Circle Walk; per concludere, l’isola ricca di vedute scenografiche e meta turistica di eccellenza è Cheung Chau.