Se vi piace viaggiare e vi succede una sera di esagerare con l’alcol, sappiate che chi vi offre uova con strani intrugli, magari non vuole approfittare della vostra poca lucidità, ma sta tentando di darvi una mano. Negli Stati Uniti, infatti, il cocktail Prairie Oyster, conosciuto anche come corpse-reviver (resuscita-cadaveri), una bella miscela di uova crude, salsa Worcestershire, pepe nero e succo di pomodoro, pare sia miracoloso contro gli effetti anti sbornia. Se sarete in grado di esprimervi, potrete parlare di hang-over (“residui”, “qualcosa che rimane”), o di groggy (ubriaco), colui appunto che ha esagerato col grog, un rum diluito utilizzato in passato per pagare i marinai.

In Francia, consigliano una cassoulet, un’intensa zuppa di fagioli, cipolle, stinco e pancetta. E per rendere come vi sentite, potrete cavarvela con frasi del tipo,”Ho la bocca di legno”, l’espressione più conosciuta, ma anche “ho bevuto come un buco”.

In Russia, vi suggeriranno di ingoiare la kvass alcolica, una bevanda a base di pane di segale immerso in un po’ di zucchero e lievito. Bevete e avrete voglia di vomitare subito dopo, così vi libererete immediatamente! Per esternare il vostro disagio in russo basterà dire pokhmel’je, che letteralmente significa “dopo essersi ubriacato”.

In Giappone se si esagera con il sakè, l’ottimo è l’Umeboshi, ovvero prugne in salamoia dal sapore decisamente forte che molti smorzano bevendoci insieme del tè verde. E sentirete i giapponesi parlare di futsuka-yoi, letteralmente “due giorni da ubriaco”.

In Germania dopo avere esagerato con la birra, i tedeschi utilizzano il Rollmops, un piatto tipico a base di aringhe marinate, cipolle e cetrioli sottaceto. Toccandovi la testa potrete raccontare di avere un Kater (gatto), così dicono infatti i tedeschi dopo una lunga serata alcolica e il termine deriva probabilmente da Katarrh (catarro), un noto sintomo influenzale.

E adesso vediamo velocemente ancora alcuni Paesi. In Messico, a chi ha esagerato con la tequila, si consiglia il Menudo, uno stufato molto liquido di stomaco di mucca in un bel brodo di peperoncini piccanti. In Mongolia suggeriscono di inghiottire un paio di occhi di pecora cucinati in salsa di pomodoro. In Turchia ci si riprende con il Kokoreç, ovvero un sandwich con una grande salsiccia d’intestino di agnello arrostita allo spiedo, poi affettato come fosse il kebab. In Corea del Sud con l’Heejangguk, letteralmente zuppa per curare i malesseri da sbronza, ed è a base di maiale, sangue di bue, cavolo e spezie.

Se poi si va indietro nel tempo se ne trovano di ancora più strampalati, pensate che un famoso rimedio celtico per esempio consigliava di ricoprire la persona con i postumi da sbronza con la terra umida della riva di un fiume. Comunque sia, bere troppo non aiuta la memoria (perché il fegato converte l’alcol in acetaldeide che fa diminuire le funzioni cognitive), ma favorisce certamente brutte figuracce perché spesso viene accompagnato dal vomito in quanto l’alcol irrita le pareti dello stomaco rendendo difficile trattenere quello che c’è dentro. Certamente, dopo avere letto i rimedi che vengono propinati in giro per il mondo, anche coloro che non hanno esagerato con l’alcool, sentono la necessità di farsi un goccetto digestivo.