Cascata aux Ecrevisses

Vista dall’aereo l’isola di Guadalupa sembra una verde farfalla adagiata sull’azzurro mare caraibico, la raggiungiamo a bordo di un Boeing di Air France partito da Parigi, percorrendo una delle più lunghe rotte ‘interne’ della compagnia. Ciò che colpisce all’arrivo in questa remota parte di Francia è proprio il verde della rigogliosa vegetazione. Ricca di acqua, questa terra si distingue dalle altre isole della zona per la notevole varietà della flora e l’altrettanto eterogenea conformazione della sua costiera. Lunghe spiagge sabbiose si alternano a piccole calette nascoste e ad alte scogliere panoramiche. Meta di un turismo prevalentemente europeo e francofono Guadalupa associa alla tipica bellezza caraibica l’efficienza dell’organizzazione francese.Le strade, scorrevoli e ben mantenute, consentono a coloro che amano una vacanza indipendente, di poter raggiungere ogni angolo del territorio a bordo di un’auto o di una moto facilmente reperibili in uno dei numerosi e ben distribuiti servizi di noleggio.

Il mare di Guadalupa

Riguardo al benessere l’isola risente positivamente della tradizione francese ed in quasi tutti gli alberghi è presente una Spa dotata delle più recenti tecnologie con personale specializzato. Come sempre abbiamo cercato, per i lettori di Golf & Gusto, un luogo che, per la sua unicità, offra oltre ad un’alta qualità del servizio una speciale atmosfera che renda indimenticabile la nostra esperienza. Venuti a conoscenza di un piccolo ecoalbergo, Le Parc aux Orchidèes Spa e resort composto da due cottage ed una suite con una capienza massima complessiva di 15 ospiti, non abbiamo esitato a soggiornarvi.

Siamo a Pointe Noire nella parte dell’isola chiamata Basse Terre sulla costa rivolta verso il continente americano. L’hotel si raggiunge attraverso una strada che, arrampicandosi sulle colline sovrastanti il mare, regala panorami che ci inducono ad effettuare diverse soste per catturarne la bellezza con la macchina fotografica. Al nostro arrivo sono Richard e Valérie Gautier ad accoglierci e data la dimensione microscopica della struttura il contatto con i proprietari è costante.

La cattedrale di Pointe-à-Pitre

Guidati dai padroni di casa ci addentriamo in uno dei più spettacolari giardini di orchidee dei Caraibi, 450 diversi tipi di orchidee, inserite in un intricato parco naturale di flora tropicale ed arrampicate su secolari alberi ad alto fusto. All’interno, seminascosti tra la vegetazione ed indipendenti tra loro, i due cottage, la suite in cui alloggeremo, una piscina e due sale massaggi con Jacuzzi. Voluto da Jean Claude Rancé, discendente di una delle prime famiglie di coloni che abolirono la schiavitù sull’isola, il parco di 2000 metri quadri è una collezione vivente di tutte le piante medicinali ed ornamentali presenti in quest’area e viene gelosamente curato dai coniugi Gautier, senza l’uso di prodotti chimici, in collaborazione con il Conservatoire Botanique des Antilles.

Durante la visita attraversiamo un ruscello che alimenta un laghetto ricoperto di ninfee ed ammiriamo i diversi colori dei fiori che contrastano, accesi dalla luce del tramonto, con il verde del fogliame.

In un continuo viavai, gli uccelli, ospiti inconsapevoli dell’albergo, accompagnano con i loro canti la nostra visita, in un costante fruscio di foglie. Le costruzioni, realizzate prevalentemente in legno, hanno stanze spaziose dall’arredo sobrio ed essenziale.

Avvolti dalle orchidee

Questa la base di partenza per la nostra scoperta di Guadalupa che non essendo vastissima si può attraversare al massimo in un’ora e mezza di auto e riusciremo, durante la nostra permanenza, a visitarne ogni sua parte. Al ritorno, dopo ogni giornata di escursioni, ad attenderci i rilassanti massaggi della Spa, ai quali ci abbandoniamo tra il fresco delle piante tropicali. Anche nella Spa la politica ecologica della casa viene rispettata e tutti i prodotti utilizzati per i trattamenti derivano esclusivamente dalle piante presenti nel posto. Ogni mattina dopo una ghiotta colazione, dove croissant, frutta locale e marmellate esotiche si sposano egregiamente, partiamo alla ricerca del mare, della storia e della natura di Guadalupa. Percorrendo la strada costiera incontriamo i porticcioli circondati dalle multicolori case dei locali che caratterizzano la Basse Terre e le sue incantevoli spiagge.

Risalendo poi nelle zone più alte di questa parte dell’isola, visitiamo l’antica ‘Caféière Beauséjour’ e la sua casa padronale del 18° secolo, dove ancora oggi , al riparo della brezza che soffia costantemente dal mare, si coltivano le migliori qualità di caffè. Dall’alto si può ammirare il verde brillante delle distese di canna da zucchero, dalle quali i locali distillano il famoso rhum agricole, o l’azzurro cobalto del mare che s’insinua nelle baie che furono rifugio di pirati e bucanieri. Nei ristorantini sparsi un po’ dovunque apprezziamo il gusto della cucina creola, melange irripetibile di sapori africani e francesi.

Il panorama sulle colture

Attraversando il ‘Parc des Mameles’, una fitta foresta tropicale, facciamo rotta verso l’ala destra dell’immaginaria farfalla che dà forma all’isola. Siamo nella Grande Terre la parte più turistica, dove grandi e moderni alberghi ed ogni sorta di passatempo sono a disposizione di chi nella vacanza cerca il divertimento, passeggiate a cavallo, gite in barca, moto d’acqua, pesca d’altura, battelli per l’osservazione sottomarina e centri per il diving durante il giorno e discoteche, street bar e casinò nella notte. E queste sono solo alcune delle opportunità offerte. Nella ‘capitale’ Pointe à Pitre, scopriamo il centro storico interessante ed affascinante dove, dopo la messa domenicale, all’uscita dalla cattedrale, le madame sfoggiano coloratissimi eleganti abiti abbinati a vezzosi ampi cappelli dal taglio coloniale.

Prima di tornare in Italia ci imbarchiamo a Trois Riviere per raggiungere in una quarantina di minuti navigando verso sud l’isoletta di Terre de Haut. Intendiamo visitare l’imponente Fort Napoléon che arroccato a 115 mt d’altezza domina la spettacolare Baia di Les Saintes. Costruito nel XII° secolo per controllare il traffico marittimo, è oggi un museo dedicato alla storia navale dell’arcipelago.