In South Dakota nel Washington Pavilion Visual Arts Center di Sioux Falls, nella County Lines Gallery, fino al 30 agosto sarà esposta una Personale di fotografie che mi hanno toccato il cuore, perché il cancro si può “combattere” anche con una Mostra. L’artista è David Warren e tutto è iniziato nella sala di aspetto dove David aveva accompagnato sua madre Lois Warren Schaefers, conosciuta affettuosamente con il soprannome di Bunny, per fare il primo trattamento di chemioterapia.

Una volta entrati insieme nella stanza di oncologia, David chiese a sua madre se avesse visto in sala d’attesa il libro di foto scattate dal figlio di una donna malata di cancro che indossava tutti i tipi di parrucche e di strani cappelli. Alla sua risposta negativa, David aggiunse: “Nemmeno io, ma lo faremo noi”.

Ha avuto inizio così questa Mostra, che sarebbe da vedere dal vivo, ma che rende anche se raccontata come storia. Perché ogni scatto fa pensare. Alla capacità di questa madre ad accettare i cambiamenti di identità che il cancro le ha imposto, malattia che non le ha dato scampo e per la quale ha rifiutato la somministrazione del terzo ciclo di chemioterapia. Fa pensare alla complicità che c’è stata tra madre e figlio durante i momenti in cui sono stati fatti gli scatti. Fa pensare alla gioia di questo figlio ogni volta che andrà con la mente a quegli istanti soltanto loro. Insomma, è una Mostra che sa di buono.

David Warren è nativo di Sioux Falls, ma la sua casa e il suo studio sono attualmente in Baltico, nel Dakota del Sud ed è curioso scoprire che lui intende dare un futuro a questo progetto. David vuole proporre ad altre persone lo stesso itinerario emotivo, facendo magari altre Mostre simili. Perché sulla base della sua esperienza l’artista sostiene sia possibile aiutare gli altri a celebrare il cambio di identità e l’aspetto mutevole che il cancro obbliga a subire.

Anche se alla fine non per tutti ci sarà un esito positivo. Infatti, sua mamma Bunny ha perso la vita nel giugno del 2014, ma la speranza di David è che questa serie di fotografie forti e ironiche insieme, incoraggeranno altri ad abbracciare la propria identità in evoluzione e a celebrarla anche se nel bel mezzo di una malattia devastante.