Forse non entrerà nella storia come le relazioni amorose tra Antonio e Cleopatra o tra Claretta Petacci e Benito Mussolini, ma Carolina Kostner e Alex Schwazer hanno già un amore da medaglia.

La fronda potrebbe essere quella di un albero importante

La fronda potrebbe essere quella di un albero importante

A parte la notorietà planetaria dei due che fa di Carolina (22 anni lo scorso 8 febbraio) la star su ghiaccio più acclamata e di Alex il fachiro della fatica annunciato come erede del mitico Abdon Pamich, a conquistare l’attenzione è soprattutto la cronaca rosa della loro bella storia pulita.

Quali migliori premesse per festeggiare un giorno romantico, una data importante?

Ma se la coppia ha iniziato a stare sotto i riflettori alle ultime Olimpiadi di Pechino, i luoghi del cuore sono altri e sono tutti legati all’Alto Adige, la terra nella quale entrambi sono nati e dove, come ci raccontano in questa intervista a due voci, vorrebbero passare la settimana dell’amore, ovviamente…tra un allenamento e l’altro.

“In mezzo ad un bosco sopra Vipiteno – ci confida Alex mentre Carolina gli siede accanto sorridente – si trova un prato con un gigantesco albero dalla fronda maestosa. Lo ha scoperto mio nonno Albert e mi ci portava fin da bambino. Se voglio isolarmi ancora oggi vado là, ma da quando conosco Carolina è diventato il ‘nostro posto’, quello più romantico”.

Sulla scelta della loro trattoria prediletta hanno invece opinioni diverse, infatti il giorno di San Valentino dovranno tirare a sorte. Certo, l’ambiente ideale per tutti e due resta quello della baita perché, come spiega Carolina ‘i luoghi esageratamente raffinati non fanno per noi’, ma lei punta su un locale di famiglia.

“Io adoro Baita Sofie, che è degli zii di mia mamma Patrizia e si trova a 2.410 metri, più in alto addirittura del Seceda che è la montagna della Valgardena. Sono appena rientrata dagli Europei di Helsinki e dopo le trasferte mi piace andarci per fare festa con Alex e sovente ci raggiunge anche Isi (Isolde, la cugina campionessa di sci, ndr)”. Alex invece preferisce la Baita di Calice, il posto dove è nato e che ora è entrato nel Guinness dei primati perché, con le sue otto case e i trentuno abitanti, è il più piccolo paese al mondo ad avere una medaglia olimpica. “Nella malga Calice, in frazione di Racines-Vipiteno, fanno tutti i piatti della tradizione sudtirolese, ma alla fine io ordino sempre il fegato alla veneziana di cui sono ghiotto. L’unico problema è che ci si arriva soltanto sciando, oppure facendo una passeggiata di tre chilometri, ma io e Carolina non abbiamo problemi”.

Non hanno gli stessi gusti nemmeno se si tratta di farsi coccolare. Carolina da vera femmina, oltre alle coccole tiene d’occhio l’estetica:

“Mi piace passare il mio tempo libero in un Hotel Belvita, le loro Spa sono bene attrezzate e appena posso mi concedo un massaggio per la pelle o un rilassante bagno aromatico”. Alex diversamente pensa soprattutto alla forma atletica: “Dopo l’ultima ricca, ma stressante stagione agonistica, mi sono messo nelle mani del Dottor Henri Chenot del Palace Hotel di Merano. Ho ottenuto degli ottimi risultati e lo consiglio anche ai manager che vogliono recuperare la forma fisica e mentale in vista di nuove sfide”.

Per questa love-story comunque, Calice resta il luogo migliore, non solo perché lì i due giovani riescono ad essere una coppia qualunque, ma anche per la genuinità con la quale vi trascorrono il tempo.

“Al Rolandklotz Jagerheim, il ritrovo dei cacciatori, il proprietario è il presidente del mio fan club – spiega Alex – e adesso finiamo per festeggiarci oltre i miei successi anche quelli di Carolina. Si chiacchiera, si ride, si fa baldoria e se assaggerete una delle sue birre ne ordinerete un’altra, peccato io non possa approfittarne”.

“Ma tutto l’Alto Adige è speciale – lo interrompe lei illuminandosi come parlasse di una piroetta ben riuscita -, mi piace ritrovare i suoi profumi di stelle alpine, pini mughi, pigne e fieno. Ci sono montagne splendide, acqua ovunque, estesi prati verdi che d’inverno si riempiono di neve, rocce che diventano rosa durante i tramonti. Ed è merito della natura se tutti viviamo molto all’aria aperta, evitando una vita sedentaria”.

A detta loro Calice è anche il posto migliore per una romantica sera al chiaro di luna:

“Soprattutto perché non ci sono luci e il paesaggio mozzafiato è reso ancora più magico dall’atmosfera di quell’unica strada con un solo lampione”. E infine scopriamo che c’è quella chiesetta dove magari in futuro potranno coronare la loro storia d’amore: “Oramai viene celebrata una sola messa all’anno, la notte di Natale, ma chissà! Il prete nonostante gli 84 anni è divertentissimo, dovreste vedere con quale solennità da la benedizione alla fine della funzione. L’unico problema è lo spazio, è talmente piccola che dentro trovano posto al massimo quindici persone. Comunque a noi le atmosfere raccolte non dispiacciono per niente…”.