“Oggi, a distanza di due anni e mezzo dalla prima volta, penso che il golf sia lo sport inventato dal diavolo”, racconta il conduttore Tv Massimo Caputi con un sorriso (giuro, non era un sogghigno, nda), dopo le due gare sui campi da golf di Perugia e dell’Antognolla nel Challenge Aigg Contarini. “Ogni giorno ce n’è una e ciclicamente accade qualcosa, in più i periodi temporali sono talmente brevi da non riuscire mai a rimettersi in pari….Non mi funziona il drive? Appena lo recupero sbaglio gli approcci. Uscire dal bunker era una certezza? Di punto in bianco scopro che quanto mi faceva stare tranquillo si sta trasformando in un incubo. E il peggio è che la volta dopo, oramai lo so, sarà il turno del putt, poi dell’acqua, poi del green e così continuando fino a che si ripartirà dal drive. Diventa un ciclo infinito, ed è sulla base di tale punto di vista che sostengo sia un gioco diabolico.

Ad iniziarmi al golf è stata mia moglie, con la complicità del menisco. Me lo avevano proposto altre volte, ma arrivando dal tennis e dal calcio, credevo fosse uno sport troppo statico. Poi, con l’operazione al menisco e l’entusiastica descrizione di mia moglie Roberta che in quel periodo aveva preso un paio di lezioni con delle amiche, mi feci convincere e all’Arco di Costantino a Roma, in una splendida giornata di sole, ebbe inizio il mio girone infernale.

Ovviamente non manca il però. Il golf ha un pregio: se giochi male vai a casa con la determinazione di tornare qualche giorno dopo per giocare bene. Se giochi bene, vuoi tornare direttamente il giorno dopo perché hai delle buone sensazioni, insomma é un vortice dal quale non si esce più. Se a questo si aggiunge che io nelle 18 buche ritrovo energia per il fatto che stacco completamente…Chiudere il cellulare è un gesto semplice, ma mi ricarica totalmente e, se ho fatto switch off, quando ho terminato le 18 buche mi sento al massimo della forma psicofisica. Mentre se resto attaccato al quotidiano è deleterio.

Ricordo ad esempio quando attendevo notizie su un esame di mio figlio e ho tenuto acceso il cellulare per sapere com’era andata. Quei minuti hanno cambiato, e in peggio, il risultato di almeno quattro buche successive. Inoltre il golf è sorprendente perché non esiste altro sport durante la cui pratica si possa parlare ed intessere rapporti umani, per questo mi piacerebbe invitare nel mio fly Diego Armando Maradona.

Per la stessa ragione per cui mi attira il golf, pensando alla contrapposizione diavolo/acqua santa, vorrei approfondire la conoscenza di questo campione, un uomo molto amato pur essendo stato spesso in bilico tra vizi e virtù. Comunque mia moglie fu profetica. Mi disse, dai prova, magari se ti piace è una cosa che possiamo fare insieme. Ed è così che sta andando. Ma guai a giocare separati nelle gare a coppia, perché se insieme ci completiamo, in presa diretta uno contro l’altro accade il finimondo.

Qualche mese fa all’Olgiata lei ha fatto coppia con una sua amica ed io con un mio amico. Il risultato? Non ci siamo parlati per otto buche finendo quasi ad insultarci, anzi, togliamo il quasi. Alla fine di quella gara ho dichiarato che per un anno intero non avrei più giocato contro di lei, che, lo ammetto, resta più brava e precisa di quanto non sia io.

Da queste pagine, infine, come ho fatto con il calcio ed il tennis, due passioni trasformate in lavoro, televisivamente parlando lancio la mia candidatura nel golf. Se qualcuno mi darà fiducia, io sono pronto!”.