“Da quando ho iniziato a giocare a golf, di notte mi capita spesso di sognare il rumore che fa la palla quando la prendo bene. Il massimo sarebbe fare un concerto con tanti di questi clinc”.

E Paul Bradley Couling, in arte Mal, di concerti se ne intende considerato sia la lunga e soddisfacente carriera, sia che continua a cantare i vecchi successi, Parlami D’amore Mariù, Furia, Occhi Neri, Pensiero D’Amore.

“Purtroppo sebbene ogni occasione sia buona per giocare, per ora posso soltanto sognare questa cosa ad occhi aperti. Il mio swing non è perfetto, il mio handicap fatica a scendere sotto il 26 e dopo una trentina di gare sono in terza categoria. Perché nel golf tutto mi mette in difficoltà.

Il mio swing non è perfetto, il mio handicap fatica a scendere sotto il 26 e nel golf tutto mi mette in difficoltà

La cosa che mi imbarazza di più è il mio swing, non sono agile e mi viene una torsione terribile, e, anche se adesso ho deciso che la cosa più importante è mandare la palla dritta, spero che con il tempo arrivi il gesto armonioso. Purtroppo mi manca la posizione finale, mi sbilancio sempre terribilmente, faccio uno swing, ma sembro uno che sta facendo il tiro al martello.

Sono iscritto a Castel d’Aviano dove ho preso la mie prima lezione con Jhon Paul Noonan, un irlandese che insegnava lì, ma ad avvicinarmi a questo gioco è stato un mio caro amico. Insisteva al punto da diventare quasi fastidioso, anche perché io a quell’epoca non ci pensavo proprio. E invece…

Ultimamente il mio nuovo Maestro Giovanni Veronelli mi ha confuso un poco le idee perché mi ha cambiato l’impostazione dell’altro. Con Jhon tenevo il gripp come Tiger Wood, cioè incrociavo le dita, ma Giovanni mi ha spiegato che Tiger faceva così perché aveva iniziato da giovanissimo e mi ha consigliato di non sovrapporre. Certo per abituarsi non è stato facile, ma lentamente sta andando meglio.

Tutti i ferri mi creano problemi, però quello che mi dà seri grattacapi è il putt perché fino a prima di impugnarlo me la cavo abbastanza bene, ma sul green vado a spasso. Per andare in buca non ho ancora trovato le giuste misure, sono sempre o troppo lungo o troppo corto. Dovrò fare più campo pratica, ma so che ce la farò, oramai ho preso questa malattia e non voglio assolutamente guarire. Con il drive invece vado meglio e mando abbastanza lontano.

Comunque la cosa più bella che mi sta regalando questo gioco è la complicità con mio figlio Kevin Paul di 11 anni. Sin dall’inizio mi ha fatto da caddy e gli è scattata la curiosità al punto che mi è venuto naturale promuoverlo sul campo.

La cosa più bella che mi sta regalando questo gioco è la complicità con mio figlio Kevin Paul di 11 anni

D’Aviano è piatto e sono due campi in uno, ci sono laghi naturali e alberi talmente secolari da necessitare tre persone per ‘abbracciarli’. Nelle seconde nove ho dei problemi perché c’è il bosco e mi prende il panico, essendo però l’unico a bazzicare il sotto bosco e ad aggirarmi tra le piante più sperdute, trovo tantissime palline andate perse, così le raccolgo, mi faccio la scorta e non devo comprarle. Si vede che le persone preferiscono evitare di cercarle, mentre Kevin mi aiuta perché fa la collezione, le cataloga per loghi e oramai ne ha almeno 300 diverse.

Se potessi giocare con qualcuno del passato, siccome io sono nato ascoltando i grandi degli anni ‘50 come Elvis Presley, vorrei potere giocare con lui, ma non parleremmo certo di golf. Forse gli chiederei perché ci ha mollato qua senza la sua musica, in fondo se io sono qui oggi è grazie a gente così. Anzi, siccome il golf si fa a qualsiasi età, chiudo facendo una proposta ‘ai ragazzi’, da Paul McCartney a Mick Jagger. Non importa se giocate o meno, vi invito tutti a Castel d’Aviano per un giro, anche di prova! Why not?”.

Mal