Lorena Bianchetti, conduttrice Tv, giornalista e attrice, ci porta dai cugini d’Oltralpe, a Parigi, una città che conosce bene perché si è laureata in Lingue e Letteratura francese.

“Parigi non è solo la mia città preferita, ma è anche quella dell’introspezione. Ci torno sovente e ogni volta che vado recupero energie perché è il posto in cui, più che altrove, riesco a fermarmi con la testa. Forse perché cambio lingua. L’adoro per la letteratura che l’ha caratterizzata, ma la trovo anche particolarmente organizzata”.

Niente code o ingorghi bloccati nel traffico parigino?

“Non mi ci sono mai trovata in mezzo. In più i taxi costano relativamente poco, non spendo mai delle fortune e faccio in fretta. So che ci sono molti controlli da parte della polizia e questo forse disincentiva le tariffe gonfiate. E’ certamente più economico che in Italia”.

E per farci fare un giro in metropolitana, quale linea consigli?

“Quella dall’aeroporto per Notre Dame. Quando sbuchi fuori da sotto, ti ritrovi davanti alla Senna, con Notre Dame alla sinistra, ed è un colpo d’occhio che ti emoziona. È come immergersi completamente nell’atmosfera della ville lumière, ma in modo improvviso. Da lì prendo il bateaux mouches perché mi diverte risalire con questo mezzo la Senna e passare intorno a Notre Dame”.

Dicevi che ci vai a riflettere. Dove esattamente?

“Il luogo dove mi piace fermarmi a pensare è il Trocadero perché c’è un ampio spazio e poi con la Tour Eiffel davanti è facile immaginare e sognare l’epoca del Romanticismo, i sontuosi abiti dell’800. Quel periodo storico mi fa toccare il malessere degli artisti che sta alla base di tante opere e mi da modo di soffermarmi sull’anima. Certo rivedo anche il sangue della Rivoluzione francese. È quasi come se percepissi le tante vite impegnate, ma è soprattutto la Torre che mi aiuta a fare un passo indietro nel passato”.

Mi piace fermarmi a pensare al Trocadero perché c’è un ampio spazio e con la Tour Eiffel davanti è facile immaginare e sognare l’epoca del Romanticismo

Sei una riflessiva, quindi, ma quando scegli il divertimento che fai?

“Quando ho voglia di compagnia vado nel Quartiere Latino. Lì ci sono tanti giovani e il fermento dell’ambiente universitario è un aspetto della città che mi affascina. C’è un localino a due piani arredato in modo minimalista, completamente di legno, dal pavimento alle ciotole dove ti servono il cibo. Si mangiano delle zuppe fantastiche. Ma purtroppo non mi ricordo il nome, però basta buttare l’occhio dentro e si riconosce”.

E se vuoi portare a casa dei souvenir caratteristici?

“Vado al Marché aux Pouces, il mercato delle pulci, ha un’energia spettacolare. Dicono che non sia sicurissimo perché c’è l’incontro di tante culture, ma io non mi sono mai sentita in pericolo. Ci vado sia per ammirare i colori e la gente, sia alla ricerca di regalini. Ci ho comprato un quadro perché mi sono innamorata della luce del paesaggio raffigurato. E’ piccolo e ricorda gli impressionisti”.

E invece dove vai di solito a dormire?

“Io mi fermo all’Hotel France Louvre su rue de Rivoli. Rimane proprio davanti al Louvre. Mi piace l’arredamento interno, molto francese con accostamenti di colori che danno sul panna. Anche gli arredi sono una giusta via di mezzo tra il provenzale e il moderno. Tra l’altro la via dell’hotel, la rue de Rivoli, è molto lunga e ci sono molti negozi. Ci si può sbizzarrire a fare lo shopping, sia si preferiscano le boutique che i negozi meno impegnativi”.

So che hai comprato casa da pochissimo. Non acquisti niente a Parigi?

“Eccome. Mi piace andare a Les Galeries Lafayette Maison, dove si trova tutto quanto riguarda la casa, dagli accessori all’oggettistica. Là dentro c’è il trionfo dell’eleganza unito alla funzionalità e alla classe”.

Qual è il Museo che hai visitato almeno due volte?

“Essendo un’amante del cinema, non a caso ho appena presentato il Festival di Taormina, il primo a venirmi in mente è il Museo del Cinema. Rimane vicino al Trocadero”.

E se avessi ancora soltanto due ore. Indicaci una visita irrinunciabile.

“L’Ile de France. Bisogna arrivarci rigorosamente con il bateaux mouches perché si passa sotto un ponticello dove la leggenda vuole che se riesci a baciare l’uomo che ami, quel bacio diventa una promessa d’amore eterno. Spero prima o poi di farlo, perché a me purtroppo non è ancora capitato. Ma vado con i piedi di piombo. Prima di farlo passare là sotto dovrò verificarne i sentimenti. Alla famiglia tengo moltissimo”.