Vuoi un ‘mate’? Siamo in Argentina, il paese dove impazza la ‘mate mania’ e questa è una delle domande che vi verrà certamente rivolta. Nel mate ci incapperete subito già all’aeroporto Ezeiza, poi lo ritroverete nel vano dell’auto o sul bus, lo scorgerete per strada e lo vedrete esplodere nei parchi.

È una bevanda calda che cammina insieme alla gente, dentro le loro borse, in un angolo dei loro zaini, nei loro tasconi. Un’abitudine da preparare ovunque ci si trovi, e che obbliga tutti a portarsi appresso un termos di acqua bollente e un sacchetto di erbe trinciate (contenenti caffeina!), così si rabbocca il livello a proprio uso e consumo.

In pratica, un’acqua altamente socializzante, bevuta a turno dalla stessa bombija (cannuccia) passandosi la tazza di mano in mano, proprio come facevano gli indiani d’America con il calumet della pace.

Nonostante le sei ore di fuso, ma svegli grazie al mate, l’ingresso in Buenos Aires sarà trionfale. Ci si aspetta una città sudamericana e basta, ma la sua infinita Avenida 9 De Julio (giornata dell’Indipendenza) con dog sitter e uomini panino ai semafori, le vie a blocchi per non perdersi, i barrio (quartieri) dai nomi di santi, punti cardinali e città, vi sorprenderà.

Vuoi un mate? Dopo avete oltrepassato il Teatro Colon in fase di restauro e l’augusta Cattedrale metropolitana, arriviamo in Plaza De Mayo, sul terreno dove le madri dei migliaia di giovani desaparecidos, camminando allora come oggi accentuano il solco in modo infinitesimale (ogni giovedì pomeriggio si riuniscono nella loro marcia di protesta per non dimenticare).

E vengono dipinte, oggi come allora, con in testa i pannolini bianchi dei ‘loro bambini’ inghiottiti nel nulla. Da quella Casa Rosada, Evita Peron prima, e Madonna che l’ha interpretata, dopo, si è affacciata tante volte e pare quasi di vederle.

Più ad ovest, nel barrio La Boca, il grigio del lungo Rio Della Plata si butta negli altri fiumi, in contrasto con il gialloblu del vicinissimo Bombonera, lo stadio dove è cresciuto Diego Armando Maradona. Mentre nel confinante Caminito, la via del Boca dove si balla il tango ad ogni ora tra case variopinte e sgargianti manichini sui balconi, i ragazzini giocano a pallone sul cemento di un cortile con i murales.

Intanto, disseminate qua e là dentro e fuori dai locali, si vedono targhe alla memoria e foto dell’attore cantante Carlos Gardel con dietro l’Obelisco simbolo dell’Avenida 9 De Julio. E pazienza se quello scatto risulterà un fotomontaggio, Gardel infatti è morto tre anni prima che erigessero quello svettante monumento dove ogni volta che c’è da fare festa, gli argentini si ritrovano a migliaia.

Tutto aiuta a trasmettere l’orgoglio di appartenenza alla nazione, la vera essenza dei portenos, come vengono chiamati gli abitanti di Buenos Aires. E se entrerete in una milongua (sala di tango) ve ne renderete conto da soli, perché l’ambiente trasuda tradizione, dal rituale della scelta del partner (a proposito, evitate di sorridere ed anche di fissare lo sguardo con qualcuno, se non intendete ballare) agli abiti, ogni cosa è restata immutata da secoli (anche il fumo delle sigarette). Molto in voga adesso è El Querandì dove si balla fino all’alba (siamo nei pressi della Casa Rosada).

Vuoi un mate? D’inverno e d’estate (a differenza di cosa si crede, bere caldo aiuta a non sudare), questa bevanda gira anche nei quartieri più lussuosi, davanti al sontuoso Palacio Duhau Park Hyatt, piuttosto che in Ortis Pedestrian Street dove ci sono solo i ristoranti più In, quelli nei quali non sanno nemmeno cosa sia la pizza de cancha (cioè dei tifosi, chiamata così in quanto gli argentini se ne portano sempre una fetta allo stadio).

E ritrovi anche il mate tra le mani delle commesse/modelle sia di Santa Fe Street, il chilometro delle migliori boutique griffate, sia di Palermo Viejo dove ci sono gli stilisti di tendenza. La domenica mattina, invece, alla Fiera di San Telmo, vale la pena curiosare tra i gioielli in rodocrocita, la pietra rosa nazionale, ammirando anche le vecchie bottiglie da seltz.

Ma se volete andare fuori porta, spingetevi fino a Porto Madero, il molo di un tempo, oggi il quartiere più nuovo ricco di eleganti loft e uffici d’immagine. È da qui che partono le barche per Montevideo, nella vicinissima Uruguay.

Nel frattempo, a molte migliaia di km di distanza sopra di voi, brillerà la Croce del Sud e alzare gli occhi al cielo sentendosi avvolti dai disegni sconosciuti delle costellazioni di questa parte di mondo, è un ulteriore regalo che vi farà l’Argentina. E il mate, in questa occasione, vi scalderà non solo lo sguardo.