Quando si arriva nel grande stato del Queensland non ci possono essere dubbi, grazie alle particolarità che propone il lembo di terra nord orientale interamente affacciato sul Mar dei Coralli, si intuisce una faccia dell’Australia inedita, quella più arcaica.

Non si tratta solo dei duemila chilometri della Grande Barriera Corallina con al largo grappoli di isole coralline o di sabbia finissima, tanto grande da essere visibile dallo spazio, e dei suoi suggestivi anelli di acqua, dal colore azzurro trasparente fino al verde ottanio popolati di una fauna e di una flora sorprendente, ma anche delle spiagge dorate della Sunshine Coast che godono del sole 300 giorni all’anno e della lussureggiante foresta pluviale (la più nota è quella di Daintree) nella quale una passeggiata insieme agli aborigeni regala la sensazione di potere esplorare, ancora, qualcosa di inesplorato.

Non a caso a Cape Melville il biologo Conrad Hoskin della locale università intitolata a James Cook, ha scoperto primitive sconosciute minuscole bestiole appartenenti a specie di milioni di anni fa dando soddisfazione ai grandi scrittori visionari, da Arthur Conan Doyle a Giulio Verne, che sognavano enclave dimenticate sottratte all’incalzare di un progresso che non lascia segreti. Invece il Queensland riserva sorprese continue e conserva gelosamente chissà quanti altri segreti!Scenografiche catene montuose fanno da sfondo alle verdissime foreste pluviali e, se non bastasse, proprio davanti a tanta meraviglia, si trovano le migliaia di chilometri di costa le cui spiagge bianche si susseguono di fronte al reef più lungo del mondo.

Cairns, che si trova a nord di questa costa, protetta da una baia meravigliosa per cui gode di un clima mite otto mesi su dodici, è il punto di partenza ideale per chi vuole girare lo stato approfittando di chilometri e chilometri di attività escursionistica, perché sono qui i Parchi nazionali più estesi, gli itinerari turistici eco certificati per muoversi nel pieno rispetto dell’ambiente. Anche se il must del Queensland resterà, sempre e soprattutto, fare snorkeling, o scendere negli abissi della Grande Barriera Corallina. Salpando da Cairns (il porticciolo si trova proprio davanti all’hotel Shangri-La, il posto giusto per fare base) verso Agincourt Reef  lungo il margine della placca continentale si può esplorare, attorniati da stelle di mare, granchi, molluschi e canyon di coralli a tinte vivaci, anche il relitto della SS Yongala una nave passeggeri a vapore che causa un ciclone affondò qui nel 1911.

Qualche giorno di pigri spostamenti alla scoperta dell’area e poi ci trasferiamo al QT resort di Port Douglas, dove sanno coccolarti al meglio nonostante lo staff giovane, per fare un’interessante escursione giornaliera sulla lussuosa barca da crociera Poseidon. Navighiamo d’altura verso l’orizzonte anche per 80 chilometri e, grazie alla barriera, ci si immerge in queste tiepide acque protetti dalle correnti oceaniche, sono state sufficienti due ore alla velocità di 15/18 nodi ora per raggiungere tre siti spettacolari sul bordo esterno delle Ribbon Reefs Agincourt, rinomate per avere la migliore accessibilità se si dispone di un giorno soltanto.

In acqua con noi scende anche un guardia parchi marino, con la sua presenza discreta si accerterà che la riserva protetta non sia deturpata in alcun modo perché è assolutamente proibito appoggiare anche solo una delle due pinne sui fondali. Un ricco pranzo a bordo con gamberi e roast beef, verdure e frutta, dolci e caffè bollente, completerà l’esperienza, e magari, se sarete oltremodo fortunati, vi capiterà di avvistare la nuova specie di delfino finora sconosciuto scoperto mesi or sono dalla Wildlife Conservation, un delfino che fa parte del genere sousa e ha una pinna dorsale gibbosa ed allungata.

Disponendo di tempo, per una crociera in solitaria bisogna assolutamente fare rotta verso i pittoreschi villaggi quali Cid Harbour, Butterfly Bay o Whitehaven Beach, ma occhio se decidete di stare in rada appena fuori da un porticciolo di una delle innumerevoli piccole baie che orlano la costa, perché gettare l’ancora non significa potere gettare l’amo, una recente revisione delle leggi sull’attività ittica ha delimitato notevolmente l’area in cui è possibile pescare. Anche se tirar su un barramundi è una tentazione grossa, sarà meglio informarsi bene.

La Grande Barriera Corallina australiana comunque è a tutti gli effetti l’organismo vivente più grande al mondo e si presta ad effettuare una visita a qualcuna delle tante remote isole più o meno disabitate, o ad uno dei tanti atolli di sabbia, praticamente fluttuanti ricchi di fiori, farfalle e lagune cristalline.

Ha comunque senso raggiungere Cooktown perché esiste un museo con reperti che testimoniano il primo attracco sulla costa orientale dell’Australia quando ancora l’area non compariva sulla carta nautica e la sosta che vi fece Capitan Cook nel 1770 dopo avere tirato in secca il suo mitico vascello Endeavour. Proprio a quel periodo si fa risalire la prima descrizione di un canguro da parte di un europeo, il naturalista Joseph Banks capo della spedizione stessa.

Dopo avere dedicato qualche giornata alla Grande Barriera navigando ed immergendosi nei tanti fondali famosi da sud a nord, si torna a Cairns per la vera ragione per cui solitamente ci si spinge così lontano da casa. Solo in Australia infatti si possono vedere alcuni animali, i canguri e i koala in primis, ma anche l’emu, l’echidna o il wombat.

Un luogo che aiuta ad avere questo emozionante contatto è certamente lo Zoo di Cairns, si vedono tutti e se ne vedono tanti nello stesso posto, ci sarà il tempo, poi, di cercare di avvistarli mentre scorrazzano liberi in natura, ma già così, assistere ai salti ancora scoordinati di un piccolo di canguro, o avere modo di toccare il pelo soffice e folto di Prue, una giovane femmina di koala, lascia felice anche un adulto.

Il giorno dopo ci spostiamo su strada oltre Port Douglas diretti al Mossman Gorge Center per entrare dentro Daintree, la Foresta tropicale umida più vecchia del mondo. Siamo accompagnati da Rosi, una guida aborigena che prima della visita ci fa fare la consueta cerimonia del fumo per tenere lontani serpenti e coccodrilli. Scopriamo che tra questi alberi si allenavano i soldati prima di partire a combattere durante la seconda Guerra Mondiale e che per gli aborigeni la foresta è una sorta di farmacia, le foglie, i fiori e la stessa corteccia delle piante sono abitualmente usate per curare le malattie, ancora oggi.

La foresta ci conquista al punto da decidere di pernottare ai confini con il Parco nazionale di Daintree al Silky Oaks, 42 cottage tra case sugli alberi e altre sul fiume Mossman, tutti incastonati tra i giardini e la foresta tropicale, nell’incanto di un ambiente ricco di natura, luce e suggestione.

All’indomani ci aspetta lo Skyrail, una sorta di seggiovia con 114 gondole sulle quali insieme ad un Ranger si percorrono 7 chilometri e mezzo (il doppio tra andata e ritorno) dentro la foresta pluviale, ci sono 3 fermate ed ognuna regala nozioni diverse. In lontananza si sente scorrere l’acqua del Barron River e, tra una cascata fragorosa, gole di roccia, meravigliose orchidee reali, si sorvolano enormi piante di ogni specie, anche parassite. Però la vera sorpresa è l’ultima tappa, quella a Kuranda, un paese abitato da hippies. Lungo la via principale, una lunga esposizione artigianale di manufatti e opere degli artisti del posto e alla fine, nel Market Village, angoli di ogni parte del mondo, anche europei di Scozia e Germania.

L’ultima tappa del nostro itinerario sarà la vicina Palm Cove affacciata sull’Oceano e delimitata da un gruppo di tozzi alberi di melaleuca (una pianta diffusa soprattutto in Australia), un luogo scelto da molte coppie che vogliono celebrare all’ombra delle palme il loro sfarzoso matrimonio sulla spiaggia. Non a caso vi si trovano molti dei migliori resort del Nord, quali l’Angsana hotel, che, tra l’altro, dispone di un ristorantino direttamente sulla sabbia per mangiare annusando il profumo della salsedine.

Nel rientro verso Cairns, mentre ai bordi del finestrino scorrono ettari di piantagioni di canna da zucchero, ci sintonizziamo sulla frequenza radiofonica 106.30 ascoltando The Lounge, the one station in tropical Queensland. Sulle note di un pezzo degli Abba (molto noti nel Paese), lasciamo l’Australia convinti di volerci tornare.