Dello stato messicano del Tabasco (che ha dato il nome alla famosa omonima salsa piccante), si può dire che Villahermosa sia la capitale che rinasce ogni giorno perché ogni giorno si deve impegnare, e non poco, a tenere sotto controllo la vivacità del Rio Grijalva, l’impetuoso fiume che passa giusto nel centro. Ma l’acqua in Tabasco non è una prerogativa soltanto del piacevole lungo fiume cittadino, infatti, si racconta che questo Stato abbia più acqua che terra; così azzurroverdi lagune, paludi sconfinate e altri fiumiciattoli fanno da contraltare al vasto lembo di territorio ancora poco sfruttato turisticamente e che, invece, propone molte meraviglie da conoscere.

Ci troviamo tra la Penisola dello Yucatán e il Messico Centrale, al confine con il montuoso Chiapas, in un territorio pianeggiante che presenta un tranquillo stile di vita tropicale in un ambiente naturale unico e ricco di cultura. Girare il Tabasco significa toccare con mano la bellezza di patrimoni preispanici perché proprio in questi luoghi gli Olmechi, la “cultura madre mesoamericana”, raggiunsero il proprio apice tra l’800 e il 400 a.C.. Il Tabasco non solo è stato il prospero crocevia di una ampia rete commerciale che tra fiumi e coste si spingeva fino in Honduras e in Guatemala, ma dunque è stato importante per le successive culture preispaniche messicane in quanto la religione, l’arte, l’astronomia e l’architettura olmeca le ha influenzate completamente.

 

Lo si capisce meglio nel Parque Museo La Venta di Villahermosa, una visita en plein air sul piacevole parco in riva al lago dove, oltre a conoscere la fauna locale di uno zoo di giaguari, ocelot, cervi dalla coda bianca, jaguarundi, scimmie ragno e coccodrilli, percorrendo il sentiero delle sculture accompagnati da simpatici coati che girano liberi, camminando all’ombra di gigantesche Ceiba (le piante sacre agli olmechi), si possono ammirare le cosiddette “cabese colossal”, le grandi facce dai tratti mongoli africani, rare a vedersi e rappresentative di questa antica dinastia.

Appena fuori, si percepisce uno stato di benessere evidente, i proventi del petrolio hanno dato un forte impulso alla modernizzazione di Villahermosa ed ogni quartiere periferico possiede scintillanti centri commerciali dove trovare ogni cosa immaginabile. Mentre dalla centralissima Torre del Caballero, si riesce a scorgere il panorama di insieme della città orientandosi tra il Museo de Historia dentro la Casa de los Azulejos resa spettacolare proprio dalle sue piastrelle colorate e il Museo Regional de Antropologia dove capire la storia vecchia e recente del Tabasco grazie all’interessante esposizione di circa 10 mila pezzi d’arte, tra cui, per indicare solo qualche curiosità, spiccano Mickey Mouse in versione preispanica e la statuetta di un Xoloitzcuintle, una razza autoctona di cane, ancora presente in loco, ma abbastanza difficile da trovare e carissima se si considera che per avere un cucciolo dall’ottimo pedigree non bastano 10 mila dollari.

Da Villahermosa, la Ruta Aventura en la Sierra si presta sia per fare attività escursionistiche naturalistiche al Desarrollo Ecoturístico Kolem Jaa’, sia per entrare in contatto con le realtà della tradizione, come accade nel pueblo magico dalle case bianche a tetti di tegole rosse Tapijulapa, e, dove, durante una passeggiata nelle viuzze non potrete fare a meno di comprare dei piccoli ninnoli artigianali hand-made tra cui spiccano originali braccialetti di fibra di agave ed orecchini di chicchi di caffè.

Chiuderanno la visita il vicino Convento de Oxtolan a Tacotalpa e il Museo de la Sierra Kalo’mte, quanto mai suggestivo perché ospitato a Tenosique in un villaggio sperso nel mezzo delle montagne tra alberi Guarumo, delle cui foglie allucinogene si dice siano ghiotte le scimmie e tanti Gaur, considerati tra i bovini più grandi del mondo.
Nei dintorni, alcune realtà renderanno ancora più interessante lo Stato del Tabasco con la sua Ruta del Cacao, ed, in particolare, la bella visita guidata all’azienda Jesus Maria che ancora oggi fa il cioccolato rigorosamente non fermentato rispettando l’antica ricetta Maya.

In ambito ecologico, assolutamente da non perdere la bella escursione in barca al Pantanos de Centla per raggiungere il delta dei fiumi Grijalva e Usumacinta, attraversando un’area di paludi quasi surreale sorprendente per colori e ricchezza di fauna e flora. Prima del delta l’imbarcazione farà tappa al Centro di Biosfera della Riserva, un Museo con video informativi, bacheche, sentieri di legno su acqua, un bellissimo scheletro di un Manati, il lamantino dei Caraibi, ed una torretta dalla quale ammirare l’incontro dei fiumi, tutto atto a testimoniare un’area selvaggia e naturale che copre oltre 17.000 km quadrati e che rappresenta una via di migrazione per migliaia di uccelli, un paradiso per chi pratica birdwatching.

 

Per finire, fischiettando la melodiosa musica del famoso cantante messicano Juan Gabriel, ha senso spingersi, prima, fino al sito archeologico di Pomona e, dopo, fino all’antica Comalcalco e all’omonimo sito archeologico unico nel suo genere in quanto i templi sono costruiti con malta ricavati da conchiglie di ostrica. E se vi appariranno come edifici feriti, varrà rammentare che proprio per questo, tra Storia e leggenda, proprio come accade alle ostriche, hanno tutti la loro perla da presentarvi.