Siamo dentro una terra che profuma di pepite d’oro e di polvere, dove, prima che arrivassero le faccione presidenziali scolpite nel Mount Rushmore, l’emblema locale era Tootsie, il coyote. E allora «Beep Beep!», corriamo veloci lungo il Dakota del Sud, uno dei sei stati della cosiddetta Frontier Strip (Striscia di Frontiera), una linea di confine continua che arriva fino in Texas attraversando tutti gli Stati Uniti in senso nord-sud.

Oltrepassiamo la capitale Pierre, ma soltanto perché intendiamo scoprire questo Stato con dei focus meno abituali e, per strada, prima ancora di vederli ne sentiamo l’odore, compaiono i pozzi petroliferi e siccome siamo all’imbrunire le grandi trivelle si illuminano creando un paesaggio surrealmente natalizio. Attorno, paesaggi sconfinati, case-ranch con attrezzi agricoli disseminati sui prati, guglie che svettano, mucche nere, balle di fieno arrotolate e impilate una sull’altra.

Più che mai in questo angolo di mondo, tutto muta in pochi chilometri e lo spartiacque è il fiume Missouri che attraversa centralmente questo Stato, lasciando ad est colline basse e laghi glaciali e ad ovest dei canyon profondi. Anche a Sioux Falls, la più grande delle cittadine, il fiume detta legge con le sue cascate in pieno centro città nel cui Parco, il Falls Park, tra statue di bronzo ed alberi, le persone vengono a fare pic nic, a portare in bicicletta i bambini e a fare sgambare i beniamini pelosi. Interessante anche una passeggiata nella Downtown disseminata di sculture che ogni maggio per la festa cittadina aumentano, fino ad entrare nel Washington Pavillion dove arrivano sempre le grandi Star e dove i bimbi imparano giocando, vedono in altezza naturale lo scheletro di un T-Rex o sperimentano cosa significhi essere in mezzo ad un tornado.

Tutt’attorno, da visitare, ci sono decine di Riserve Indiane con le loro tradizioni, il loro folclore e la loro storia, d’altronde quest’area è anche conosciuta come la terra tribale dei Dakota, Lakota e Nakota, le comunità dei nativi che oggi racchiudono tutte le tribù, anche le note Sioux e Cheyenne. Chi fosse appassionato di conoscere le gesta degli indiani d’America non potrà non proseguire verso Nord  arrivando a Mobridge per fermarsi a rendere omaggio a Sitting Bull (Toro Seduto, nel linguaggio dei nativi Tatanka Iyotaka), universalmente riconosciuto come il più grande capo indiano in quanto sotto la sua bandiera si raccolse la più compatta coalizione di pellerossa di ogni tempo, quella che riuscì a sconfiggere l’esercito americano guidato dal Generale Custer.

Toro Seduto presenta un aneddoto curioso, ha infatti una doppia tomba ed un cenotafio (tomba senza i suoi resti). Per via delle tensioni tra i suoi discendenti, dopo la riesumazione e il trasferimento nel 1953 da Fort Yates (in Nord Dakota) dove era morto, la sua salma è stata contesa. Quindi una delle tombe, il Sitting Bull Memorial, si trova ora nella Contea di Corson (poco distante da Mobridge in Sud Dakota), nella riserva dove il capo indiano aveva vissuto la sua giovinezza, ed esattamente lungo il fiume Missouri. Con il viso rivolto verso l’acqua, su una colonna di granito troneggia il busto di Sitting Bull (anche questa statua, come quella gigante di Crazy Horse, è stata scolpita da Korczak Ziolkowsk). Ma un ceppo della tribù, non ritenendo giusto il luogo di sepoltura, ha trafugato una parte della salma dandogli sepoltura sotto un grande masso nello Standing Rock Sioux Tribe, sull’altra sponda del fiume. Pare però che questi due monumenti sepolcrali siano finalmente nelle mani di coloro che realmente desiderano mantenere l’eredità storica di Toro Seduto. Va considerato comunque che anche a Fort Yates hanno mantenuto un cenotafio, così questo Capo indiano viene celebrato e riceve onori sia dove è vissuto sia dove ha combattuto.

Andando oltre sempre verso Ovest si arriva a Mitchell, per lo più un’area di agricoltori, infatti gli indiani arrivati qui da New Mexico, Colorado e Arizona hanno portato con loro mais e piante da coltivare diventando stanziali. A Mitchell si può curiosare gratuitamente dentro il Corn Palace, il più grande palazzo di mais del mondo che attira ogni anno 250 mila persone tra cui, per via della simpatica mascotte Cornelia, tanti bambini. A qualche centinaia di chilometri un altro evento che attira migliaia di persone, ma in un solo giorno, è il Buffalo Round Up che si svolge dentro il Custer State Park, dove ogni anno una mandria di oltre 1300 bisonti di proprietà statale vengono controllati, curati ed eventualmente marchiati.

Nell’ultimo tratto dell’on the road si punta dritto verso Rapid City e le Black Hills, così da non tralasciare le attrazioni più conosciute di questo Stato americano, il memoriale di Crazy Horse, un’intera montagna scolpita con il volto di questo altro capo indiano, e il Mount Rushmore, i cui volti di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roseevelt e Abraham Lincoln sono stati scelti per immortalare ai posteri una traccia del DNA di questa grande nazione. Di cui il Sud Dakota è certamente un ottimo campione.