Nella fertile valle del Brahmaputra c’è l’Assam, forse lo stato tribale più accessibile tra quelli nord orientali dell’India. I colori verde oro delle piantagioni di tè incorniciati sullo sfondo dalla foschia perlata delle montagne dell’Arunachal rappresentano il massimo fascino di questo lembo di terra, un’India per lo più ancora sconosciuta.

 

Siamo atterrati a Guwahati e ci troviamo precisamente nel Nord Est di questa grande nazione, in quella che a guardarla sulla cartina geografica pare essere una sorta di orecchia, un’area famosa per i safari, un santuario wildlife qual è il Parco nazionale di Kaziranga, conosciuto nel mondo per la rarità dei suoi ospiti, dal rinoceronte ad un corno solo alle tigri reali del Bengala.

Anche per chi è già stato in India, l’Assam appare subito diverso dagli altri stati, a partire dalle genti che presentano gli stessi tratti somatici, ma sorprese continue. Gli assamesi infatti praticano una forma di induismo del popolo che rifiuta il sistema delle caste e il culto degli idoli riconoscendo come dio soltanto Vishnu, o meglio, la sua incarnazione in Krishna. Infatti, qua e là, anche in mezzo alla rigogliosa natura lontana dai centri cittadini, spuntano i satra, i monasteri dedicati alla venerazione di Vishnu, edifici semplici e disadorni spogliati quindi di qualsiasi forma architettonica lussuosa. Nel nucleo dei satra, il cosiddetto namghar, o grande spoglia sala di preghiera, il culto viene praticato tramite danze e recitazione melodrammatica di scene tratte dal sacro testo Bhagadav Gita.

L’Assam si contraddistingue però anche sul cibo, non solo perché subisce le influenze di un’area praticamente isolata rispetto al resto dell’India e comunque stretta tra Buthan, Nepal, Myanmar e Cina, ma soprattutto perché rispetto alla cucina indiana, risulta più delicata, meno piccante e poco speziata. La soluzione migliore per degustare gli autentici piatti dell’Assam è cercare un locale che abbia in menu il thali, un vassoio d’acciaio rotondo che presenta una decina di diversi piccoli assaggi serviti dentro altrettante ciotole. La cucina dell’Assam è una confluenza tra le abitudini culinarie delle colline, che favoriscono la fermentazione e l’essiccazione come forma di conservazione degli alimenti, e quelle della pianura, che forniscono verdure fresche miscelate con gli stili degli indigeni, ricette che pescano nelle notevoli variazioni regionali e nelle influenze esterne.

Ogni piatto viene accompagnato dall’immancabile riso. Tra le specialità, non solo i pesci di fiume o dei tanti laghi, ma in particolare la carne di uccelli, quale quella di piccione, molto popolare e amata dagli assamesi.

La grande città cosmopolita di Guwahati, forse la più indiana degli Stati del Nord Est, è una tappa imperdibile perché nel Museo si può capire molto delle locali culture tribali, infatti è possibile visitare anche le loro case ricostruite, e poi mentre si passeggia, lontano dalla giungla di cemento del quartiere degli affari, si respira un’atmosfera speciale tra laghetti, palme e antiche dimore di epoca coloniale.

Ovunque, sulle bancarelle dei mercati oppure al collo delle persone, spicca la trama bianca e rossa del gamosa, un piccolo pezzo di stoffa usato soltanto qui, praticamente l’identificazione di un loro costume popolare, conosciuto anche come Bihuwaan, in quanto parte essenziale della Bihu, una festa che racchiude tre diversi festival culturali di Assam celebrati in tutto il mondo dalla diaspora assamese. Anche se nel lontano 1897 un forte terremoto distrusse gran parte del centro storico, è restata intatta la caratteristica cupola ad alveare della Courthouse (il Palazzo di Giustizia) che si staglia sullo sfondo del Parco Dighulipukhuri con il suo laghetto sempre saturo di coppiette e famiglie che fino al calar del sole prendono il fresco su piccole barche a remi.

A circa 7 km ad ovest di Guwahati, molto meno romantica e certamente impattante è l’escursione al tempio Kamakhya Mandir luogo di pellegrinaggio per gli indu e per gli amanti tantrici, dove, in un padiglione rosso sangue come prevede il rituale si perpetra la tradizione sacrificale dello sgozzamento di animali (capre, piccioni e bufali). Visitare invece la campagna dell’Assam equivale a fare un salto indietro nel tempo, per tornare a come vivevano gli italiani negli anni ’50 e ritrovare le stesse immagini di allora, di come funzionava la società all’epoca, in ogni villaggio molteplici piccole realtà artigianali che producono tutto rendendosi autonome, dal vasellame agli abiti in seta, al punto che il commercio legato al turismo sta diventando parte propulsiva di ogni comunità. Così, i rumori prodotti dal lavoro, sia la tessitura sui telai, sia quello della cesellatura a mano degli oggetti più comuni, piatti e ciotole comprese, fanno compagnia dall’alba al tramonto rendendo quantomai vivo ogni angolo.

Per strada, il chiacchiericcio festoso di scolari vestiti con la stessa ordinata uniforme e bimbi che giocano a cricket, casupole semplici fatte di fango recintate da stuoie stile palizzata, mucche in libertà, bacini che raccolgono l’acqua piovana, uomini che vangano la terra con la sola forza delle braccia e donne che si curano dei bimbi mentre stendono il bucato al sole. Molto piacevoli per la lenta andatura che permette perfetti scatti d’antan sono le crociere giornaliere sul fiume Brahmaputra, le sponde regalano cartoline che paiono animarsi di continuo, tra legname accatastato, biciclette posate per terra, ciminiere di fornaci dove vengono cotti i mattoni, tende di nomadi e case barconi che anticipano la vicinanza del prossimo villaggio.

In particolare la navigazione verso l’isola di Majuli, la più grande isola fluviale abitata del mondo, permette straordinari incontri quali quello con l’artista Hemch Goswaim un talento naturale nella creazione di maschere in carta pesta e nelle rappresentazioni dei racconti epici, i cosiddetti ‘drama’ alla cui scuola, per imparare la tecnica ogni anno arrivano molti attori europei. Al panorama indimenticabile si aggiunge uno sterrato rosso come il fuoco mischiato al verde delle palme e al marrone di colture di riso in secca predisposte a riempirsi di acqua nella stagione delle piogge, quando il cielo da azzurro terso diventerà bianco grigiastro cambiando i luoghi e i colori di ogni fotografia, ma lasciando l’Assam intatto nei tratti essenziali, intrigante come questo Paese sa essere in qualsiasi periodo dell’anno uno ci possa arrivare.