Santa lo è già Saint Barthélémy, un’isoletta dell’arcipelago delle Antille, ma se oggi il buon Bartolomeo, anziché proteggere i conciatori di cuoio, usa un occhio di riguardo al bel mondo, la cosa non deve stupire. Grazie all’appellativo conquistato per passa parola, siamo sull’Isola dei nomi Big.

È qui, d’altronde, che l’asciugamano di Hermès trova più acquirenti che negli altri negozi del mondo e il merito è della tribù dei piedi famosi, con tate qualificate e personal trainer al seguito, in arrivo ogni anno su questi 25 Kmq di Francia posati in mezzo al Mar dei Caraibi.

Si atterra con un Cessna bimotore a quindici metri da una sabbia immacolata e a trenta da un mare da bere. Persino la foto, fatta dalla spiaggia o dallo yacht mentre il velivolo ti accarezza la testa, diventa un cult da mostrare agli amici.

Se sul Cessna ci sei tu, non appena stacchi il piede dalla scaletta parte il trattamento Vip, accoglienza all’aereo e, nel caso tu sia ospite ad esempio del Guanahani, check in direttamente in camera.

Da presidio vacanziero dei magnate della finanza capitanati da Rockfeller, St Barth è da anni meta esclusiva di personalità dello show business internazionale, Eros Ramazzotti, Ricky Martin, Simona Ventura, Flavio Briatore tra gli altri, ma anche star hollywoodiane, nello scorso anno Penelope Cruz con la sorella Monica. E pare non perdere lo smalto.

Ma non possono essere tutti a caccia di aragoste extra-extra-large. Ci deve essere qualcosa in più perché per una terra ereditata dai pirati era difficile prevedere che anche il negativo diventasse ‘up’. Le onde agitate dell’Anse des Cayes lasciano nelle narici l’odore del latte di cocco e i mille passi obbligatori fatti all’imbrunire fino alla punta del Colombier (manca la strada), ripagano di un sunset tirabaci.

Tra l’asta di un quadro di Jean Pierre Ballagny, pittore forestiero che deve la sua fortuna a St. Barth, lo shopping modaiolo nella capitale Gustavia, magari di una delicata crema per la pelle della linea di bellezza che porta il nome dell’isola e un planteur ghiacciato, un concentrato di rum e spezie caraibiche servito nei lounge extra-lusso dei Resort, i Big non si annoiano.

Anzi, si tengono informati – perché no? – con le news del Journal de Saint Barth, unica cosa free sull’isola. Per tutto il resto serve un pingue portafoglio o una carta di credito almeno dorata.

E per le ricche turiste cherchant la difference, l’ultima bizzarria trendy è comprarsi la quichenotte, o kiss me not, un cappello artigianale di fogliame dall’esagerata visiera, portato nella tradizione dalle donne di Corossol, un villaggetto di pescatori dove barche e casette in legno ricordano l’arcobaleno in terra.

Non fate carte false per andare, potreste innamorarvene ed essere costretti a tornare.